TEATRO ARGENTINA, 3 Novembre 2024 : ACQUA

QUANDO LA SCIENZA FA SPETTACOLO
Dialoghi tra Scienza e Arte – II edizione, 2024
Acqua, Aria, Terra, Fuoco
4 Elementi per 4 Domeniche

Federica Rosellini, Enrica Battifoglia, Roberto Danovaro
Entra in scena: il suo scorrere è musica.
E già solo all’udirla, ci idrata.
E’ lei: l’Acqua.
Suoi narratori nel viaggio-spettacolo che si è tenuto ieri al Teatro Argentina sono stati Roberto Danovaro, Presidente della Fondazione Patto con il Mare per la Terra; Enrica Battifoglia, giornalista scientifica Ansa; Federica Rosellini, attrice, scrittrice e regista teatrale.
E un po’ come rispondendo all’invito inscritto sul frontone del Teatro Argentina – “Alle arti di Melpomene, di Euterpe e di Tersicore” – i tre narratori si sono avvicendati sulla scena “cantando” – su variazioni – il potere di questo elemento naturale: l’Acqua.

Teatro Argentina
La giornalista Battifoglia ha giocato il ruolo di stimolare sinapsi tra la trascinante narrazione scientifica del Prof. Danovaro e l’ammaliante interpretazione di testi letterari da parte di Federica Rosellini.

Enrica Battifoglia
Se dal Prof. Donovaro apprendiamo come l’acqua sia insieme sfuggente ed invadente ma anche 830 volte più densa dell’aria e quindi capace di trasportare suoni,

Roberto Danovaro
la Rosellini ci incanta nel trovare e nell’insufflarci nell’occhio e nell’orecchio la magia di un corrispettivo letterario in Eraclito (filosofo greco vissuto tra il VI e il V secolo a. C. ):
“Dalla terra nasce l’acqua, dall’acqua nasce l’anima. È fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e quant’altro. È dolce, salata, salmastra, è luogo presso cui ci si ferma e su cui si viaggia, è piacere e paura, nemica e amica, è confine ed infinito, è cambiamento e immutabilità, ricordo e oblio.”
E a seguire propone un ulteriore corrispettivo in Emily Dickinson:
“Come se il mare separandosi
svelasse un altro mare,
questo un altro, ed i tre
solo il presagio fossero
d’un infinito di mari
non visitati da riva
il mare stesso al mare fosse riva
questo è l’eternità”.
E qui, nel suo interpretare, la Rosellini stessa diventa “mare visitato da riva”: nel suo ritmo se ne sente tutto il separarsi e lo svelarsi ripetuto.

Federica Rosellini
E poi è di nuovo il Prof. Danovaro a illuminarci su come il mare, che esiste prima di ogni altra forma di vita, sia la porzione meno conosciuta del nostro pianeta. Quello che sappiamo sugli oceani ad esempio è solo qualcosa di “epidermico”: facciamo fatica a scendere più in profondità. E se da un lato la scienza è un continuo superamento di se stessa, il mare – che unisce e spaventa – è la più grande sfida per noi umani: cambia continuamente e si rivela spesso illusorio prevedere l’andamento di questo “personaggio principale” della nostra storia.
Qui, la Rosellini risponde al richiamo della Scienza con un brano tratto dal “Moby Dick” di Melville:
“Ogniqualvolta mi accorgo di mettere il muso; ogniqualvolta giunge sull’anima mia un umido e piovoso novembre; ogniqualvolta mi sorprendo fermo, senza volerlo, dinanzi alle agenzie di pompe funebri o pronto a far da coda a ogni funerale che incontro; e specialmente ogniqualvolta l’umor nero mi invade a tal punto che soltanto un saldo principio morale può trattenermi dall’andare per le vie col deliberato e metodico proposito di togliere il cappello di testa alla gente – allora reputo sia giunto per me il momento di prendere al più presto il mare. Questo è il sostituto che io trovo a pistola e pallottola”.
E poi, ancora, con “Mediterraneo” di Eugenio Montale:
“Antico, sono ubriacato dalla voce ch’esce dalle tue bocche
quando si schiudono come verdi campane
e si ributtano indietro e si disciolgono.
La casa delle mie estati lontane,
t’era accanto, lo sai,
là nel paese dove il sole cuoce
e annuvolano l’aria le zanzare.
Come allora oggi in tua presenza impietro, mare,
ma non più degno mi credo del solenne ammonimento del tuo respiro.
Tu m’hai detto primo
che il piccino fermento del mio cuore
non era che un momento del tuo;
che mi era in fondo la tua legge rischiosa:
esser vasto e diverso
e insieme fisso:
e svuotarmi così d’ogni lordura
come tu fai che sbatti sulle sponde
tra sugheri alghe asterie
le inutili macerie del tuo abisso”.
Qui l’ interpretazione della Rosellini ci rapisce in un modo nuovo: assumendo la musicalità di un canto medioevale a due voci.
Il Prof. Danovaro allora – riallacciandosi all’ultimo verso di Montale – ci ricorda che noi deriviamo dall’Acqua come l’ultimo dei suoi materiali di scarto. E se è vero che il mare da sempre è il luogo del mostruoso, è altresì vero che se noi respiriamo, lo dobbiamo proprio agli oscuri e mostruosi abissi, che producono quel fertilizzante di cui poi si nutrono le alghe.
Qui la seducente ambiguità del mare viene resa dalla Rosellini con un canto come di sirena, che ci incatena non appena accenna le prime note di “By This River” di Brian Eno.

Federica Rosellini, Enrica Battifoglia, Roberto Danovaro
E poi tanto altro ancora, in un crescendo pieno di meraviglia: come se “i tre
solo il presagio fossero/d’un infinito di mari/non visitati da riva/il mare stesso al mare fosse riva/questo è l’eternità”.
I tre narratori Roberto Danovaro, Enrica Battifoglia, Federica Rosellini con le loro parole, nate da interrogazioni, esplorazioni e da un generoso desiderio di condivisione, ci hanno fatto assaporare infatti – pur nella nostra finitudine – il gusto dell’eternità.

I prossimi appuntamenti con i restanti 3 elementi della natura si terranno:
domenica 1° dicembre
Aria
Massimiliano Pasqui, ricercatore Istituto di Bioeconomia del Cnr
Lorenzo Pinna, giornalista scientifico e autore Superquark
Letture poetiche Donatella Finocchiaro
domenica 15 dicembre
Terra
Carlo Doglioni, Presidente Ingv
Enrica Battifoglia, giornalista scientifica Ansa
Letture poetiche Lino Guanciale
domenica 12 gennaio
Fuoco
Salvatore Passaro, ricercatore dell’Istituto di Scienze Marine del Cnr
Guido Ventura, ricercatore dell’Ingv
Lorenzo Pinna, giornalista scientifico e autore Superquark
Letture poetiche Silvia D’Amico
Recensione di Sonia Remoli
