Recensione BOSTON MARRIAGE – di David Mamet – regia Giorgio Sangati

TEATRO INDIA

dal 6 all’11 Febbraio 2024 –

Note di un giocoso noir (le musiche sono curate da Giovanni Frison) aprono “la diretta” di questo effervescente testo di David Mamet – maggiore voce del teatro americano – che l’estro del regista Giorgio Sangati ambienta in apparenza in un salotto borghese. 

Il regista Giorgio Sangati

Boston: la città dove non hanno mai smesso di soffiare venti di libertà, che dal 1860 hanno preso a spazzare anche i viali dell’Emerald Necklace: la stupenda collana verde di parchi, che sembra adornare la città come il collo di una signora bon ton.

Ed è intorno a questa collana che, inconsapevolmente complici, si trovano a librarsi le due magnifiche presenze “volatili” in scena, impegnate in irresistibili rituali di corteggiamento “on air”.

Mariangela Granelli e Maria Paiato

L’accattivante eloquenza della prossemica, le note musicali che al momento opportuno vanno a colorare le voci; la danza messa in scena dai corpi; l’enfatico esibirsi per lasciarsi guardare su palcoscenici organizzati maniacalmente. Senza dimenticare poi il sacro rituale dell’offerta di cibo e la premura nella costruzione del nido. E’ delizia seduttiva. E’ incanto.

Maria Paiato

Maria Paiato splende: è perfetta in questo habitat rubato all’etologia. C’è fresca sapienza nel suo mutare piumaggio, accusare il colpo, attirare l’attenzione, provare e riprovare. E poi cambiare. 

Perché è anche questo uno dei temi del testo: la bellezza del cambiare idea. La felicità di scoprire che noi stessi siamo capaci di cambiare atteggiamento. Di modificarci. Senza estinguerci. Nonostante tutto.

 Maria Paiato e Mariangela Granelli

Mariangela Granelli è un meraviglioso esemplare di eleganza dinamica, come le penne allungate dall’intensa colorazione iridescente di cui ama adornarsi (la cura dei costumi è di Gianluca Sbicca). La sua vocalità ruvida e calda s’accorda per suggestivo contrasto con le note più alte del canto della Paiato. 

Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria

Elemento di (apparente) disturbo della coppia impegnata nei corteggiamenti per finalità discordanti e poi riconvergenti, è la giovane e convincente capinera Ludovica D’Auria: una cameriera “a servizio” più dell’amore che della casa. Vivace, timorosa, socievole, mite: sbuca spesso dalla collana dei parchi per voli brevi, segnalandosi con un canto in sordina che poi conquista una sonorità piena. Partendo dalle note dure e brontolanti come un tac-tac fino ad arrivare a spingersi in piccoli gorgheggi, sarà lei a riassegnare ritmi e tempi nei rituali di corteggiamento della coppia. 

Mariangela Granelli, Maria Paiato e Ludovica D’Auria

I loro battibecchi – cinici, pungenti, asciutti, feroci, da telegramma, allusivi, sempre perfetti nel provocare l’effetto desiderato – hanno il sapore unico dello stile di Mamet, denso di quel senso di inquietudine e di quel desiderio di confronto propri dello stare al mondo umano. È il fascino del “Mamet speack”.

Mariangela Granelli e Maria Paiato

L’ardore immaginativo che caratterizza l’adattamento di Giorgio Sangati regala una libertà magnificamente espressiva a quel preferire “rappresentare” il comportamento umano, piuttosto che cercare di spiegarlo. Così caratteristico del teatro di David Mamet. E restituito con acuta sensibilità dalla traduzione di Masolino D’amico.

David Mamet, l’autore di Boston Marriage

Recensione di Sonia Remoli