SALA TONI UCCI , Sabato 7 Maggio 2022 – Castel Gandolfo –

In un’aromatica sala del 1600 dalle pareti ancora trasudanti tannino e immersa nella magica atmosfera del borgo di Castel Gandolfo, si è svolta la rappresentazione de “La foto del carabiniere”, spettacolo scritto e interpretato da Claudio Boccaccini. Sto parlando della Sala teatrale Toni Ucci, luogo ideale per ambientarvi del teatro di narrazione, teso al recupero di una memoria che rischia di perdersi. In questo caso una vicenda autobiografica dell’attore-regista è l’occasione per ricordare l’importanza di valori etico-politici quali la solidarietà e l’altruismo. Solo così il proprio lavoro diventa la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. E il bello può scendere anche nel quotidiano.

Tarquinio Boccaccini, padre dell’autore, non sopportava d’indossare la cravatta, così come gli andavano troppo strette situazioni nelle quali si sentiva co-stretto. D’indole goliardicamente sana, nell’essere punito per una sua giovanile intraprendenza scoprirà la bellezza dell’urgenza di commuoversi e di entrare profondamente in empatia con un giovane che si ritrova addosso “contro-mano”. E poi, se è vero che chi ha anima muore più spesso, forse è per questo che sarà graziato insieme ad altre undici persone, da un altro giovane, attratto anche lui, a suo modo, dalla bellezza contro-corrente della necessità di innalzare il bene sociale al di sopra di quello individuale. Così: con la leggera solennità con cui si propone e si condivide un brindisi.

Palpabile la densità dell’attenzione e della partecipazione emotiva della sala. Situazione che raramente si riesce a suscitare: è necessaria la sapiente sistemazione di un soggetto in una forma narrativa che includa e sappia ben dosare elementi quali il gioco e il rito ma soprattutto sono necessari un influsso e un conforto magnetici.

Perché l’arte teatrale non riproduce solo ciò che è visibile ma rende visibile ciò che non sempre lo è. Anche questo significa che “i gesti sono più importanti delle parole” .
Un spettacolo destinato a diventare un “classico”, così come lo intendeva Italo Calvino.