Tratto dal romanzo di Arianna Cecconi
dal 20 al 25 Maggio 2025

E’ un inno alla vita e, in quanto tale, ha il dono di avvicinare ciò che sembra lontano, come potrebbero apparire la vita e la morte; il mio è il tuo; il passato e il presente; la giovinezza e la vecchiaia; l’inizio e la fine; il dentro e il fuori, il bene e il male.
E’ un inno ad allenarsi a non avere fretta, cosí da poter rendere visibile ciò che sembra invisibile: la magia del sacro che scende nel quotidiano.

E la scena – curata cosí come il disegno luci da Cecilia Sensi – si dà, molto opportunamente, come un piano inclinato dove la luce sa di ombra e l’ombra di luce; dove ciò che è centrale è ovunque. E dove a tutto viene concessa la parola, anche a ciò che apparentemente non c’è, ma che fa sentire la sua voce sia come contenente che come contenuto. É la meravigliosa concertazione tra le donne della famiglia e la cucina: luogo della trasformazione alchemica per eccellenza (sound designer Gabriele Carrieri).

Uno scenario esistenziale dove tutte le diversità trovano accoglienza. Dove ciascuno viene lasciato libero di scegliere il modo di stare al mondo, con o senza il proprio centro di gravità: per Rosy é il cristianesimo, per Irene i sogni, per Flora i libri. Pilar invece lascia andare le cose per il loro verso e Nina fa scegliere al caso.
Un inno quindi, oltre che esistenziale, anche politico: vi si celebra il bello di essere diversi e di incuriosirsi della diversità dell’altro. Con rispetto.

“Teresa degli oracoli” della compagnia Opificio03, vincitrice della rassegna “Salviamo i Talenti 2024”, e’ un adattamento scenico del bestseller di Arianna Cecconi, andato in scena dal 20 al 25 maggio 2025 al Teatro Vittoria di Roma.
E’ la storia di una donna ‘sulla quale il dio Apollo ha messo gli occhi”: Teresa. E lei, giá a qualche livello sedotta da Apollo, gli occhi li ha messi sulla Casa del fico: quello che diverrá il suo microcosmo familiare e oracolare.

Le donne che con lei lo abitano, impareranno – stringendosi insieme – a vedere Teresa in una diversa versione di se stessa: come un baco da seta sará capace di cadere in un sonno lunghissimo dal quale peró, come un oracolo, indicherá ad ognuna la via per sciogliere i propri “nodi” esistenziali.
Ed è così che sulla scena, fin da subito, la regia di Nino Sileci lascia immaginare allo spettatore un luogo dalla misteriosa quotidianitá, sacro come un tempio, tessuto da quei fili di preziosissima seta, regalata dai bachi sacrificati alla libertà di essere farfalle. Proprio come accade agli esseri umani, nel loro continuo dibattersi tra destino e libertà.

Nino Sileci
Un luogo, fisico e della mente, che stimola le donne della Casa del fico sulla necessitá di fermarsi a riflettere su una domanda chiave: “chi sei tu?”. Domanda che si espliciterá in quelle che saranno le ultime parole pronunciate da Teresa, una volta che Apollo, dopo aver posato da tempo gli occhi su di lei, la conquistò perdutamente. E ne fece una sua amata sacerdotessa.
Ed è così che Teresa si fece oracolo per le altre, ma anche per sé stessa.

In scena due incantevoli interpreti – Valeria D’Angelo e Silvia Ponzo – ci portano con loro nel centro della storia, e dentro noi stessi.
Loro, la grazia di chi sa rendere lo stesso, molteplice; il corpo, seta chiusa in un baco; l’espressività libera come farfalla.
—————

Opificio03 è una compagnia teatrale fondata a Roma nel 2019 che nasce dall’incontro di tre allievi dell’Accademia Internazionale di Teatro di Roma (Silvia Ponzo, Lorenzo De Santis e Nino Sileci) che, all’indomani del diploma, decidono di creare una realtà che, in linea con il loro modo di intendere il teatro, sia un vero e proprio cantiere teatrale; un luogo di produzione artistica che vive la creazione di uno spettacolo come qualcosa di artigianale, un’opera che nasce e cresce attraverso il lavoro della compagnia che ne segue ogni sua parte, dalla scrittura all’allestimento, dalla progettazione di scene e costumi alla distribuzione. Dal 2021 è in residenza presso il Centro Culturale Artemia ed è considerata tra le realtà emergenti più interessanti della scena italiana.
—————
Recensione di Sonia Remoli
