LA LEGGE DEL DESIDERIO di Massimo Recalcati al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II di Roma

PONTIFICIO ISTITUTO TEOLOGICO GIOVANNI PAOLO II

PER LE SCIENZE DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA

7 Marzo 2025


Attesissimo ospite dell’incontro “Bibbia e Psicoanalisi” di venerdì 7 marzo u.s. – organizzato dalla Cattedra “Gaudium et spes” diretta da Pierangelo Sequeri (teologo, musicologo, compositore) – è stato il celebre  psicoanalista e saggista Massimo Recalcati. 

Occasione dello stimolante dialogo, moderato da Sequeri, con l’apprezzata filosofa e teologa Isabella Guanzini  è stata la discussione  sul recente  lavoro editoriale di Recalcati “La legge del desiderio – Radici bibliche della psicoanalisi” (Einaudi, 2024).   

Questo testo, insieme al precedente “La Legge della parola – Radici bibliche della psicoanalisi” (Einaudi, 2022) – già esplorato in un precedente incontro, sempre organizzato dalla Cattedra Gaudium et spes – costituisce un dittico, frutto di 12 anni di elaborazione, dedicato alla dimostrazione della tesi relativa a una non contrapposizione tra il pensiero biblico e la psicoanalisi. 

Spingendosi al di là della critica freudiana della religione, così come delle fondamenta atee della psicanalisi, Recalcati individua come proprio nell’humus del logos biblico affondino le radici più profonde della psicoanalisi. 

Massimo Recalcati

Non è la sua una tesi teologica, né una dimostrazione filologica. Piuttosto è stato l’esito di un suo personale incontro con le Scritture a consentirgli di identificare in esse l’esistenza di quei grandi temi che saranno ereditati dalla psicoanalisi, con particolare riferimento all’opera di Freud e di Lacan.

Un incontro, quello tra Recalcati e le Scritture, di cui Pierangelo Sequeri coglie tutta la portata straordinaria, essendo cifra del lavoro teologico e filosofico di Sequeri l’esplorazione di quelle fertili zone di confine che contagiano osmoticamente le scienze religiose, la filosofia, la psicologia e l’estetica.

In dialogo con Massimo Recalcati, la stimata  filosofa e teologa Isabella Guanzini  ha restituito una sua personale lettura de “La legge del desiderio” dall’appassionato e appassionante rigore.

Isabella Guanzini

Una lettura e un ascolto, i suoi, all’interno dei quali si è lasciata condurre rintracciando una kierkegaardiana via dell’ironia, sulla base della quale riconosce a Recalcati quella fertile distanza che consente di fare della tradizione “la proprietà di nessuno”. Perché una tradizione resta fertile “se si consegna a chi desidera risignificarla”. E Recalcati l’ha risignificata entrandovi in relazione, senza limitarsi a “prelevarla”. Volgendo lo sguardo – proprio come invitava a fare Jacques Lacan – alla “grazia” che ivi si cela. 

A Recalcati – prosegue la Guanzini – il merito di aver “elevato” il desiderio alla dignità della Legge, senza nulla togliere alla Legge. Facendo cioè finalmente “divampare quel fuoco” che Gesù è venuto a portare. Senza paura. Perché così esortava a fare Gesù: “non abbiate paura!”, invitando a prestare attenzione, e a rimanere fedeli, alla vocazione desiderante a cui ciascuno di noi è chiamato. 

Senza necessità di impaludarsi in inutili ansie da prestazione. Perché l’obiettivo non è tanto “l’oggetto” del desiderio, quanto “la causa che ci chiama”, che ci anima, che ci fa fiorire continuamente. E che, nonostante tutto, ci fa dire “sì”. Ancora.  Rendendoci “promessa” non di stabilità ma di continuità. E di sempre nuovi concatenamenti collettivi , che vivono e si alimentano di “testimonianza”.

Pierangelo Sequeri

Senza perdere di vista che il luogo della “grazia” – e quindi della “causa che ci chiama” – è  sempre il luogo di un “incontro”. 

Proprio come occasione di grazia si è rivelato questo incontro con Massimo Recalcati, organizzato dalla Cattedra Gaudium et spes del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia e magnanimamente condiviso con la comunità.

Testimonianza di come siano possibili esplorazioni sempre nuove tra saperi, se aperte ad un vibrante dialogo e a raffinate avventure dello spirito.


Recensione di Sonia Remoli

LA LEGGE DEL DESIDERIO di Massimo Recalcati alla Sapienza di Roma

MASSIMO RECALCATI

presenta

alla Sapienza Università’ di Roma

LA LEGGE DEL DESIDERIO

Radici bibliche della psicoanalisi

SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA

31 Gennaio 2025

Aula I del Dipartimento di Lettere e Filosofia

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Quanto ci è cara la parola “sacrificio” ?

Quanto ci rassicura il suo spaventarci, il suo tenerci in pugno, fermi in attesa, chiusi nel dover essere, sterili nell’essere?

In fondo è lei – l’idea del doverci sacrificare – a sorreggerci.

E com’è disorientante scoprire, invece, che il sacrificio è un po’ un miraggio: un rallentamento e una deviazione della radiazione luminosa della parola. Un inganno della temperatura del cuore, che confonde quello che è il nostro autentico realizzarci: aprirci alla fede nell’inebriante insicurezza trasformativa della libertà. Realizzazione che trova un equivalente nell’aprirsi a scoprire la fertilità del “fare amicizia con il proprio peggio” (ovvero con il nostro inconscio), di cui ci parla la psicoanalisi.

Quella libertà cioè di fiorire per portare a maturazione i frutti del nostro talento: quel qualcosa che ci è stato donato, a cui siamo chiamati, e che ci rende speciali. Da far fruttificare qui e ora. Tutti: ciascuno il proprio, perché tutti ne abbiamo ricevuto almeno uno, di talento.

Anche di questo si è parlato ieri nell’Aula I del Dipartimento di Lettere e Filosofia della Sapienza Università di Roma, che ha accolto con grande entusiasmo il celebre psicoanalista e saggista Massimo Recalcati, invitato da Gaetano Lettieri, Professore ordinario di Storia del cristianesimo e delle chiese e direttore del dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacoli.

Occasione dello splendido incontro è stata la presentazione dell’ultimo libro di Recalcati “La legge del desiderio. Radici bibliche della psicoanalisi (Einaudi) che, insieme al precedente volume “La legge della parola. Radici bibliche della psicoanalisi (Einaudi), costituisce il frutto di un’analisi riflessiva durata 12 anni. E che ha rivelato allo sguardo di Recalcati come nei testi biblici sia possibile rintracciare un’eredità psicoanalitica.

La prima eredità, ci ricorda Recalcati, è quella costituita dalla “parola”, che già nel testo biblico si rivela nel suo duplice valore di eccedenza e di Legge. E’ eccedenza perché il suo significato va oltre il suo essere strumento di comunicazione: la parola “è luce” e in quanto tale “fa esistere il mondo”. Ma la parola è anche Legge, perché ci porta a fare l’esperienza “del non tutto è possibile”, cioè di una separazione dal tutto. Ma proprio in questo spazio vuoto, e solo in questa mancanza, può originarsi la potenza generativa del desiderio.

Un desiderio quindi che non si consuma libertinamente, fino a svuotare la vita, quanto piuttosto un desiderio che “rende la vita capace di vita”. Capace di distinguere l’impossibile margine d’azione sul darsi di alcune realtà e la possibilità di manovra, e quindi di generazione, invece sul resto. Una postura esistenziale che fa della Legge del “non tutto è possibile” una scaturigine da cui zampilla il desiderio.

Massimo Recalcati

Lo stesso Gesù dichiara di essere venuto “per far divampare il fuoco del mondo”. La sua Legge del desiderio – che non abolisce la Legge di Mosè ma si dà come sua continuazione – non si limita a trasmettere la freddezza rigida delle Tavole della legge. Piuttosto fa sì che la Legge attizzi un fuoco.

Un fuoco che rianima la vita.  Perché Gesù prima, e lo psicoanalista dopo, sanno che la tensione verso la sicurezza a chiudersi alla vita – che spaventa non meno della morte – è la tensione più forte che abita il nostro essere “umani”. 

“Chi vorrà conservare la propria vita la perderà – dice Gesù, e continua – chi per causa mia (cioè chi seguendo la Legge del “non tutto è possibile” come causa del desiderio) sarà disposto a perderla, la troverà”.  Così come più tardi Freud dirà che la tendenza all’autoconservazione, cela una pulsione di morte.

In questo orizzonte, il concetto di “peccato” riacquista la sua luce, perdendo quell’alone di opacità che ne fa l’onta della trasgressione. Gesù sa che non siamo fatti per identificarci totalmente con la Legge: conosce la nostra natura. Si è fatto uomo come noi. E ha detto di “non essere venuto per i giusti”. Lo stesso sostiene Freud: in quanto esseri pulsionali, non possiamo identificarci mai con la Legge. 

“Peccato” è allora mancare il bersaglio, perdersi un’occasione: mancare l’incontro con la grazia. “Peccato” è seppellire il proprio talento: non aprirlo alla tensione verso la fioritura e la maturazione dei frutti. Jacques Lacan diceva che il vero peccato è quello di non agire in conformità al desiderio che ci abita. Quel desiderio che guida il nostro agire: che ne è causa. Un desiderio poietico, creativo, generativo: un fare che non attende, chiuso nel lamento passivo. 

Al paralitico che vive ai bordi di una piscina attendendo da 38 anni il passaggio di un angelo che gli restituisca la salute, Gesù si rivolge dicendogli “ma tu, vuoi guarire ?”. Domanda sulla quale si fonda la stessa psicoanalisi: per vivere da vivi, occorre un movimento di ricerca. Iniziando subito: partendo da quello di cui al momento si dispone. “Cosa c’è ?” – domandava Gesù quando gli chiedevano di fare un miracolo. Ed è dall’acqua sporca in cui tutti si erano lavati le mani, che Gesù parte per trasformarla in vino. Perché quella lì, avevano da trasformare.

Perché il “miracolo” non è il prodigio, non è la magia. Piuttosto è l’aver fede nella possibilità della trasformazione. 

La cifra fulgente dei contenuti, dell’eloquio e dell’ascolto del Prof. Recalcati è stata occasione di un vibrante dibattito con il Prof. Lettieri, che ha introdotto e coordinato la presentazione. Così come, mosse da un fertile solletico conoscitivo, si sono rivelate le numerose e stimolanti domande da parte dei partecipanti all’evento.

Un incontro, quello di ieri con Massimo Recalcati, che è andato oltre la presentazione di un testo, rivelandosi un‘occasione di grazia con un maestro. 


Recensione di Sonia Remoli