TEATROBASILICA, 26 Settembre 2024

In una calda notte del settembre romano si è atteso con entusiasmo l’inizio della Serata inaugurale della Nuova Stagione del Teatro Basilica.
Ad aprire i festeggiamenti, il saluto di Antonio Calenda, tra i più prolifici registi teatrali italiani, che nel 2019 ha partecipato alla riapertura dello spazio Sala 1 di Piazza San Giovanni – rinominato TeatroBasilica – dove tuttora collabora attivamente come supervisore artistico e dove ha presentato nel 2020 la sua interpretazione dell’ Enrico IV di Pirandello con Roberto Herlitzka.

Roberto Herlitzka
Calenda ha iniziato col sottolineare il carattere di “cenacolo” di questa realtà teatrale: un luogo di ritrovo di artisti legati dalla tensione al confronto reciproco e impegnati nella celebrazione del rito del coniugare le radici della tradizione con gli slanci del teatro dell’avvenire.
Quest’anno – a suggello di tale inclinazione – prenderà vita un progetto con l’Università di Tor Vergata su Aristofane, partendo dagli studi del grecista di fama internazionale nonché specialista della drammaturgia greca Benedetto Marzullo. Di lui non si può non ricordare anche che – con la collaborazione di altri grandi intellettuali italiani di quegli anni tra cui Luigi Squarzina e Umberto Eco – nel 1971 creò il DAMS (Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo) e lo diresse da 1971 al 1975.

Anche quest’anno il TeatroBasilica ha rinnovato la residenza ai giovani del Gruppo della Creta – ospitalità riservata a chi dimostra una particolare sagacia culturale – con i quali sono stati creati o selezionati gli spettacoli della stagione prossima all’inizio.
Un cartellone quello della stagione 2024/2025 che – sulla scia del padre della medicina Ippocrate – desidera rivalutare il valore terapeutico della frequentazione teatrale. Ippocrate infatti, per mantenere i suoi pazienti in salute, prescriveva loro di trovare il tempo di allontanarsi dalla vita quotidiana per recarsi nell’isola di Kos dove – oltre a riposare e magari anche digiunare – dovevano vedere almeno tre tragedie e una commedia.
Tema centrale di questa sesta stagione del TeatroBasilica – non a caso denominata “Persona” – è infatti una particolare attenzione e cura verso lo Spettatore in quanto personaggio, individuo, essere umano. Persona, appunto.

Sono spettacoli di drammaturgia italiana proposti dallo sguardo dell’ultima generazione di teatranti. E proprio per questa particolare scelta vocazionale, il TeatroBasilica si sta affermando quale “spazio del contemporaneo su Roma”, con l’obiettivo di rendersi “bottega del teatro che verrà”. Saranno quindi ospitati per presentare la loro ricerca alcune delle compagnie più interessanti del teatro italiano del futuro come Greta Tommesani e Federico Cicinelli, il collettivo Be Stand, gli artisti di Labirion Officine Trasversali e il Gruppo RMN.

Greta Tommesani
Per la prima volta il TeatroBasilica si aprirà all’ospitalità di una compagnia internazionale: dal Belgio i Poetic Punkers presenteranno la loro ultima produzione “Mario e Maria”.

Poetic Punkers
Brilla poi all’interno di questa caleidoscopica stagione il progetto “La stanza dello Spirito e del Tempo” che proporrà incontri – condotti dagli artisti ospiti in stagione – che stimoleranno la comunicazione tra le pratiche e la comunità teatrale romana. Le giornate di scambio varieranno dai due ai cinque giorni e saranno distribuite per tutta la stagione.

E poi ancora una cascata di eventi multidisciplinari: la mostra fotografica in memoria di Marcello Norberth; approfondimenti sulla geopolitica del Limes Club; presentazioni di libri; un evento letterario condotto dal geniale poeta e scrittore Davide Brullo; ascolti di musica elettronica curati da Marco Folco e ancora molto altro.

Alessandro Preziosi e Antonio Calenda
A testimonianza della filosofia del TeatroBasilica, ieri sera ha preso corpo la rievocazione – di fulgente bellezza – di quel rito che alchemicamente sa legare le radici della tradizione agli slanci del teatro dell’avvenire.
Antonio Calenda ha scelto infatti di inaugurare questa sesta stagione del TeatroBasilica assieme ad un suo storico allievo: Alessandro Preziosi. Ed è stato entusiasmante sentire la qualità dell’energia che scorre ancora tra i due: una solida complicità che onora al tempo stesso la tradizione e il testimone critico.

Alessandro Preziosi è l’araldo nell’ “Agamennone” di Antonio Calenda
Calenda – che condivide con Preziosi il fertile fascino per il diritto giuridico (si è infatti laureato con una tesi in Filosofia del Diritto incentrata intorno al concetto di giustizia nell’ Orestea di Eschilo) – ha fin da subito colto nel giovane Preziosi la ricchezza del suo sguardo al testo teatrale: gli veniva dall’esigenza di un’analisi della battuta anche dal punto di vista della “norma”. E sortiva una restituzione interpretativa plurisemanticamente fascinosa.
Alessandro Preziosi entra in scena onorando il teatro di Eduardo: non solo interpretando con raffinata suspence un brano tratto da “L’arte della commedia” ma facendo sua con vibrante originalità la massima eduardiana che “a teatro la suprema verità è la suprema finzione”.
E regalandoci una splendida dimostrazione dell’arte dell’incredulità, sulla quale si basa il lavoro dell’attore.
La serata è proseguita tra monologhi, piacevoli bizzarrie, arguzie e facezie mantenendo, fino a superarle, le aspettative di questa speciale ricorrenza.
Dalla prima fila della platea si librava il fascino di due grandi ospiti: Francesca Benedetti e Paolo Bonacelli, onorati dall’amorevolezza del ricordo dei due protagonisti in scena.

Recensione di Sonia Remoli
