TEATRO QUIRINO, dal 31 Gennaio al 12 Febbraio 2023 –

Il sipario si apre su una scena piena di vuoti.
Vuoti con i quali il regista, scenografo e costumista Pierluigi Pizzi, figura di intellettuale umanista animato da passioni che ruotano intorno alle arti visive, è stato capace di dipingere il silenzio che domina un adattamento apparentemente pieno di parole.

Pierluigi Pizzi, regista dello spettacolo “La dolce ala della giovinezza”
Come Edward Hopper seppe ritrarre la solitudine della società americana della sua epoca, diventando uno dei maggiori realisti americani del XX secolo, così Pizzi in questo adattamento mette in scena soggetti dallo sguardo così perso da sembrare non interagire tra di loro. Gli ambienti e gli sfondi sono sì luoghi reali presi dalla vita di ogni giorno ma vanno “oltre” la loro forma concreta, trasmettendo un senso di solitudine, di malinconia e d’incomunicabilità.

Elena Sofia Ricci accoglie i fragorosi applausi per la sua interpretazione nello spettacolo “La dolce ala della giovinezza”
Architetture geometrizzanti sono immerse in un sofisticato gioco di luci fredde, taglienti, e volutamente ‘artificiali’ ( ligth designer Pietro Sperduti). Hanno colori brillanti ma non trasmettono vivacità; sono reali ma in esse c’è qualcosa di metafisico, alla Giorgio De Chirico. Sono pareti, quelle che ci propone Pizzi, esteta colto e raffinato, piene di finestre di diversa natura. La finestra è l’anima di un edificio, il luogo dello sguardo per eccellenza, capace di rivelare il modo di intendere il mondo.

Edward Hopper, Sole di mattina (1952)
Un focus metafisico: ciò che permette lo sguardo dall’interno verso l’esterno, così come dall’esterno verso l’interno. Tensioni visive separate e allo stesso tempo collegate dalla finestra, attraverso la quale, tuttavia, lo sguardo del personaggio non riesce ad uscire all’esterno, in quanto imprigionato nel proprio mondo interiore. A tal punto che lo spettatore vive la contrastante condizione di colui che è invitato dentro l’intimità della scena, ma poi è respinto fuori dalla chiusura introspettiva del personaggio.

Elena Sofia Ricci in una scena dello spettacolo “La dolce ala della giovinezza”
E sempre più prepotentemente arriva allo spettatore un senso di inquietudine. E di impazienza: tema, questo, particolarmente caro al regista Pizzi che oltre a costituire un aspetto della sua natura “impaziente e nomade”, fu oggetto della sua Lectio magistralis in occasione della Laurea honoris causa in Scienze dello spettacolo, conferitagli nel 2008 dall’Università di Macerata.

Pierluigi Pizzi alla cerimonia per la sua Laurea honoris causa conferitagli dall’Università di Macerata
Immerso nel silenzio è l’incipit dello spettacolo, dove a parlare sono i ricordi della diva del cinema Alexandra del Lago, in fuga dalle sue immense insicurezze. Pierluigi Pizzi affida l’interpretazione di questo iconico ruolo della continua ricerca dell’oblio come anestetico al male di vivere, ad una Elena Sofia Ricci piena di grazia nella sua ondivaga inquietudine.

Elena Sofia Ricci (Alexandra Del Lago) nello spettacolo “La dolce ala della giovinezza”
Pizzi la immerge in un tempo che sembra non passare mai; che sembra essersi fermato, congelato in una perenne attesa. Interessante allora il guizzo registico di rendere il passare del tempo attraverso una cadenzata discesa del sipario che, quasi come un orologio, “segna” la coordinata temporale. Un succedersi cronologico delle azioni affatto rassicurante, come sottolineato dalle dolcemente ossessive note musicali composte da Stefano Mainetti.

Stefano Mainetti, compositore e direttore d’orchestra
“La dolce ala della giovinezza” di Tennessee Williams, che debuttò a Broadway nel 1959 ma fu conosciuta dal grande pubblico per l’adattamento di Richard Brooks (1962), che aveva, fra gli interpreti Paul Newman e Geraldine Page, narra la storia di Chance Wayne (qui interpretato da un ambiguamente disinvolto Gabriele Anagni ) che torna nella sua città natale in Florida dopo aver fallito il tentativo di sfondare a Hollywood come attore.

Gabriele Anagni (Chance) e Elena Sofia Ricci (Alexandra Del Lago) in una scena dello spettacolo “La dolce ala della giovinezza”
Diventa allora un gigolò e s’accompagna alla stella (in declino) del cinema Alexandra Del Lago, non più giovanissima e per di più depressa, drogata e alcolizzata. Il ritorno di Chance trova ragione nel desiderio di riconquistare il suo primo vero amore e finalmente sfondare come attore, grazie all’ancora benefico lasciapassare della diva.

Gabriele Anagni e Elena Sofia Ricci
Personaggi, che qui nell’adattamento di Pizzi ( un po’ come nei quadri di Edward Hopper ) risaltano più che per la brutale intensità propria del testo originale, piuttosto per la feroce passività del crogiolarsi nel ricordo delle aspettative deluse, dei sogni disattesi, delle persone lasciate alle spalle. Un ricordo che resta però ancora aperto in un’attesa che prenderà differenti epiloghi.

Gabriele Anagni e Elena Sofia Ricci in una scena dello spettacolo “La dolce ala della giovinezza”
Elena Sofia Ricci e Gabriele Anagni sono affiancati sulla scena dalla complicità di Chiara Degani, Flavio Francucci, Giorgio Sales, Alberto Penna, Valentina Martone, Eros Pascale e Marco Fanizzi.

Il cast dello spettacolo agli applausi
Qui l’intervista ad Elena Sofia Ricci su Repubblica
