Recensione dello spettacolo IN TRENO IN TRE NO di e con Giuseppe Manfridi

TEATROSOPHIA, dal 13 al 15 Ottobre 2023 –

È versatile, di grande smalto, spettacolare. Davvero brillante. Di più: spumeggiante. Insomma di grande effetto. 

Giuseppe Manfridi, uno dei massimi drammaturghi italiani, come un autentico acrobata cammina sulla punta delle parole. E stupisce per l’agilità funambolesca nel trovare sempre nuovi equilibri. Stupisce il suo piroettare osando numeri complessi di giocoleria e di agilità linguistici.

Un autentico equilibrista: abile nel “camminare” in situazioni difficili, destreggiandosi con maestria o con temerarietà. 

Giuseppe Manfridi

I suoi “fuochi pirotecnici” si originano dall’applicazione di un’arte umana speciale: quella del fare luce attraverso la complicità delle ombre. Con un taglio fantasmagorico che sorprende e incalza in maniera serrata. È fascino, è incanto. È magnetismo.

Un piacevolissimo divertimento che ci apre: che inaspettatamente ci fa espandere. Sublimando le tensioni accumulate nel corso della giornata. Perché sì, questo tipo di divertimento, è anche terapeutico.

Particolare dell’installazione scenica di Antonella Rebecchini

È la bellezza dei pensieri insolitamente connessi. Che escono dalla vorticosa mente dell’acrobata Manfridi e come per magia si stagliano alle sue spalle, visualizzati oniricamente dal fascino enigmatico dell’installazione dell’ artista Antonella Rebecchini.

È l’epifania di una sacra investitura: un’aureola che ossessivamente si replica e si rinnova, generata da un caos che visionariamente prende forma attraverso l’istallazione della Rebecchini. 

L’installazione scenica di Antonella Rebecchini

Un binomio artistico, quello tra Giuseppe Manfridi ed Antonella Rebecchini, efficacissimo. Vicendevolmente valorizzante. E quindi vincente. Due mondi, quello della parola e quello dell’immagine tridimensionale, in continuo dialogo, legati in un movimento circolare che generosamente si lascia attraversare.

Lo spettatore, rapito, si ritrova immerso in un universo che preda nel momento in cui sfugge. In verità, l’evocatività della parola lascia una traccia che, almeno per un attimo, riusciamo a trattenere. Ed è magia !

Antonella Rebecchini e Giuseppe Manfridi

Un’esperienza immersiva quella proposta da Giuseppe Manfridi a Teatrosophia, fino a domenica 15 ottobre. Un viaggio al centro delle parole, dove regina regna l’ambiguità e il suo fascino diabolico. Di cui bisogna imparare a godere.

Perché questa meravigliosa avventura linguistica è un gioco stupefacente. E giocare significa sperimentarsi, crescere.

Vivere: entrare nel gioco della vita, dove la vera vittoria è l’atto stesso del giocare.


Recensione di Sonia Remoli

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