TEATRO VASCELLO, dal 28 Gennaio al 6 Febbraio 2022 –

“Sperimentare” è la parola chiave di questo spettacolo, al centro del quale palpita il tema dell’amore. L’amore come esperienza, come prova vivida, che prende ogni volta nuove forme. Con la raccolta le Heroides, o Epistulae Heroidum (tradotto: Le Lettere delle eroine) Publio Ovidio Nasone sperimenta un nuovo genere letterario: una raccolta di lettere erotiche, che si immaginano inviate da alcune eroine del mito ai rispettivi amanti. Per la prima volta, femminile è il punto di vista su alcuni episodi del mito. Di conseguenza il linguaggio non è epico-eroico (maschile) ma passionale, affettivo, emotivo, umano (femminile). Ovidio esplora dunque la psiche di queste 18 donne e analizza i riverberi emozionali della lontananza dall’amato, che di volta in volta assume la forma dell’abbandono, della fuga e del tradimento.

Lo spettacolo prende avvio dalla rappresentazione del caos cosmologico come metafora del caos emotivo, in cui si macerano le donne che scrivono queste lettere e che trovano proprio nella scrittura un qualche sollievo per riaversi dal trauma dell’abbandono. Veniamo coinvolti in una scena totalmente buia finché non interviene un dio (la musica) a separare il buio dalla luce e a districare i contrasti che convivono all’interno del caos.

Prende forma uditiva poi, la formula magica di Ipsipile, finalizzata a separare l’amore tra Giasone e Medea. E quest’ultima entra in scena con il capo e le mani di nero velati, nuda ai piedi. Un coro suadente e tentatore, introduce la lettera successiva, quella di Penelope ad Ulisse, dove la donna fedelmente innamorata si fonde, percorre e si lascia percorrere da quella tela, testimone della sua attesa che non conosce cedimenti. Diversamente da Canace, esplorata magistralmente nelle sue dilanianti contraddizioni. È la volta poi della lettera di Arianna, crudelmente piantata in asso da Teseo.

Un’inquietantemente sacra Manuela Kustermann strega portando lo spettatore nell’insolita esplorazione dell’animo di queste donne, che non hanno avuto paura di amare.
Il clima di ogni lettera è introdotto e suggellato da una narrazione musicale “metamorfica”, trasformativa, inclusiva di sapienti influenze e slanci, che partendo dal repertorio classico esplorano la contemporaneità. E ancora oltre. Merito della ricerca in continua evoluzione della pianista Cinzia Merlin.

Uno spettacolo che traduce e tradisce, senza mai esagerare, quasi come in una naturale metamorfosi, il testo originale. Attualizzandolo.
Una regia costruita sulla luce: lame, fuoco, percorsi, ombre verticali. Di particolare suggestione creativa le scelte adottate per caratterizzare la narrazione emotiva delle lettere di Penelope e di Canace.
Le ventuno lettere raccolte nelle Heroides di Ovidio, si arricchiscono di un carteggio professionale inedito: quello tra due donne oniricamente complici e creativamente messaggere di emozioni drammaticamente umane.

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